Pena di morte

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I Paesi che la applicano e quelli che l’hanno abrogata. I metodi di esecuzione, le moratorie, i casi più famosi

ABROGAZIONISTI
In tutto il mondo i Paesi che hanno abrogato la pena capitale per ogni reato sono 88, quelli che la mantengono 55. Quelli che la applicano soltanto per reati eccezionali sono 10. Gli abolizionisti de facto che non effettuano esecuzioni da almeno dieci anni sono 37. Cinque i Paesi che hanno deciso una moratoria delle esecuzioni. La Russia ha stabilito una moratoria con l’impegno di abolire la pena di morte. (dati gennaio 2006).

BECCARIA, CESARE
Il suo Dei delitti e delle pene (1764) è il primo testo di riferimento per chi è contro la pena capitale. Beccaria condanna la pena di morte in quanto immorale e antieducativa. Disapprovava la tortura e il diverso trattamento di punizione riservato a ceti sociali differenti, sottolineando il ruolo fondamentale dell’educazione per prevenire i reati e giungere a una società sana.

CAMERA A GAS
Metodo di esecuzione a lungo utilizzato negli Usa. La prima esecuzione avvenne nel Nevada nel febbraio del 1924. Da allora la camera a gas è stata usata 31 volte negli Usa. L’ultima esecuzione è avvenuta in Arizona nel marzo 1999. Arizona, California, Maryland, Missouri e Wyoming sono i cinque stati americani che utilizzano questo sistema. Il gas cianuro che si sprigiona provoca la perdita di conoscenza del condannato che muore per asfissia in circa 10 minuti.

CINA
E’ il paese con il più alto numero di esecuzioni al mondo: tra le 5mila e le 10mila nel 2004. Solo la Corte Suprema conosce il numero esatto perché la pena capitale è un segreto di Stato. Per questo i tribunali pubblicano soltanto le sentenze che non provocano proteste da parte di organismi internazionali. Il governo esercita un forte controllo sull’informazione e il sistema giudiziario nazionale opera autonomamente dai tribunali. Il codice penale cinese prevede circa 70/80 fattispecie di reati punibili con la pena capitale, tra cui molti reati minori. La pena di morte in Cina è stata ampiamente applicata durante la repressione del movimento studentesco per la democrazia sceso in Piazza Tien An Men nel 1989. Particolarmente odioso il regime a cui sono sottoposti i condannati. Trascorrono in ginocchio, ammanettati a mani e caviglie, il periodo precedente l’esecuzione, che in genere si compie pochi giorni dopo la lettura della sentenza in pubblico. Gli imputati possono essere processati senza che gli venga riconosciuto il diritto alla difesa. Spesso al condannato vengono espiantati gli organi, senza chiedere il consenso alla famiglia (si sostiene che numerose esecuzioni siano legate al traffico di organi). La pena di morte è usata in maniera discriminatoria nei confronti delle classi sociali e in molti casi ai condannati vengono estorte confessioni sotto tortura. Il 20 aprile 2005 la Cina ha votato contro la decisione di abolire la pena di morte, ma si sta impegnando ad attuare riforme per usarla con prudenza.

DECAPITAZIONE
Ampiamente appolicata in tutta Europa fino al XVII secolo (l’accetta usata nel 1747 per l’ultima decapitazione è esposta nella Torre di Londra). Nel 1792 venne introdotta la ghigliottina, progettata in dal medico e fisico francese Guillotin (da cui prese il nome). Usata massicciamente dal 1792, durante il periodo del Terrore della Rivoluzione francese, venne abolita in Francia nel 1978. La decapitazione è ancora in vigore in Arabia Saudita.

ESECUZIONI
Sul podio per maggior numero di esecuzioni nel mondo avvenute nel 2004 risultano Cina, Iran, Vietnam, seguiti da Arabia Saudita e Usa. Il rapporto 2005 di Nessuno Tocchi Caino stima almeno 5.530 esecuzioni effettuate in 26 Paesi nel 2004. L’Asia si conferma il continente dove si pratica oltre il 95 per cento delle esecuzioni. Gli Stati Uniti, unico paese del continente americano ad aver eseguito condanne a morte nel 2004, registrano un lieve calo rispetto agli anni precedenti. In Africa sono state eseguite 16 esecuzioni nel 2004 in Egitto, Sudan, Somalia e Uganda. La Bielorussia è l’unico Paese mantenitore in Europa.

FUCILAZIONE
Negli Stati Uniti viene eseguita da 5 uomini a schiera: una delle armi è caricata a salve in modo da non sapere quale colpo abbia ucciso il condannato. L’ultima fucilazione è avvenuta nello Utah nel 1996. E’ tuttora autorizzata in Idaho, nello Utah e in Oklahoma. Dopo l’esecuzione, il medico redige il certificato di morte sul quale viene indicata la causa: homicide. I familiari del condannato possono seppellire il corpo soltanto nel cimitero del carcere. La sentenza viene eseguita con un colpo di grazia, alla tempia o alla nuca. In Cina, i condannati vengono spesso giustiziati collettivamente. Negli ultimi tempi, la fucilazione è stata spesso sostituita dall’iniezione letale e si prevede che tra qualche anno venga abbandonata.

GARROTA
Metodo d’esecuzione utilizzato in Spagna dal 1822. La vittima era appoggiata a un palo intorno al quale passava un cerchio di ferro legato al collo: una manovella veniva fatta girare in modo che il cerchio gradualmente si stringeva finché il condannato moriva per strangolamento. Venne applicata fino alla morte di Francisco Franco (1975) e abolita dalla Costituzione spagnola nel 1978. L’ultima esecuzione ufficiale risale al 1975 quando fu giustiziato uno studente 25enne, riconosciuto in seguito innocente.

INIEZIONE LETALE
Il Texas fu il primo stato americano a introdurla nel 1977 e utilizzata per la prima volta nel dicembre 1982 avvenne. Da allora l’iniezione letale è stata utilizzata negli Stati Uniti in 848 esecuzioni su 1.015 effettuate. In Cina è stata introdotta nel codice penale nel 1997 perché considerata meno disumana della fucilazione. Prima di iniettare il veleno, viene praticata un’anestesia per ridurre al minimo il dolore fisico e poi inflitta un’iniezione endovenosa contenente una dose letale che ne provoca la morte. Il tempo di sopravvivenza varia dai 6 ai 15 minuti. Nel 2005 alcuni ricercatori dell’Università di Miami hanno sostenuto che la procedura per iniezione letale praticata negli istituti penitenziari degli Usa provoca ai condannati sofferenze atroci, perciò dovrebbe essere immediatamente sospesa in quanto non segue gli standard previsti. Ci sono stati casi in cui il condannato, oltre ad aver provato un dolore immenso, rimaneva perfettamente cosciente fino alla fine. Attualmente è il metodo più usato in Usa. Il governo federale, l’esercito e 37 dei 38 stati che usano la pena di morte negli Usa prevedono questo sistema.

ITALIA
Venne abolita per la prima volta nel Granducato di Toscana nel 1786 da Leopoldo I, che quattro anni dopo la ripristinò contro ribelli e sollevatori. Nel 1889 il Regno d’Italia, guidato dal governo Zanardelli bandì la pena di morte dal codice penale, con il consenso delle due Camere. Rimase comunque in vigore per i reati militari commessi in tempo di guerra. Mussolini la reintrodusse nel 1926 e la riconfermò nel codice Rocco (1931). L’entrata in vigore nel 1948 della Costituzione italiana stabilì l’abolizione definitiva della pena di morte per tutti i reati. Nel 1994 è stata abolita anche per i reati militari e sostituita con la massima pena prevista dal nostro codice penale.

KAFKA, FRANZ
La colonia penale (1919) e Il processo (1925) trattano della pena di morte. In particolare, nel primo un ufficiale descrive a un visitatore occasionale il macchinario che serve per l’esecuzione di un soldato in una colonia penale.

LAPIDAZIONE
E’ diffusa fin dai tempi antichi e ancora oggi praticata in Iran, Nigeria, Arabia Saudita, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Afghanistan e Yemen, Paesi islamici, il cui l’ordinamento si basa sulla legge coranica. Il condannato, avvolto in un sudario bianco, viene sepolto nel terreno fino al collo e ucciso davanti alla folla tramite il lancio delle pietre. La morte è molto lenta (fino a 4 ore) e causata da danni al cervello, da asfissia o da numerose ferite. E’ stabilità in prevalenza nei casi di adulterio. In Iran la lapidazione avviene in modo che la morte non avvenga a seguito di un solo colpo. Le donne sono sepolte fino alle spalle e gli uomini fino alla vita. Se i condannati riescono a liberarsi ottengono la grazia perché lo ha voluto Dio, ma per la donna è quasi sempre impossibile riuscirci.
Grazie alle pressioni internazionali, nel 2004 in Nigeria sono state interrotte alcune esecuzioni previste con tale metodo.

MALATI DI MENTE
Il National Institute of Mental Health sostiene che il 5-10 per cento delle oltre 3.400 persone ospitate oggi nel braccio della morte negli Usa è affetto da ritardi o malattie mentali (schizofrenia, stress derivante da traumi e danni cerebrali). Oltre 100 detenuti affetti da gravi problemi mentali sono stati giustiziati a partire dal 1977 in Usa. Il 20 giugno 2002, la Corte Suprema Usa ha dichiarato incostituzionale la pena di morte per i ritardati mentali, sulla base del divieto contenuto nell’ottavo emendamento della Costituzione. Il Texas ha giustiziato fino ad oggi 24 malati di mente, seguito dall’Oklahoma con 9. Un quarto dei 100 detenuti giustiziati con problemi mentali ha acconsentito alla pena capitale perché non accettava di essere considerato malato di mente. In diversi processi l’infermità mentale dell’accusato non viene nemmeno menzionata come attenuante.

MINORENNI
Il 1° marzo 2005, con 5 voti contro 4, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale la pena capitale per minorenni, ispirandosi all’VIII emendamento che vieta punizioni ritenute “crudeli o inusuali”. 10 anni era il limite d’età previsto per la pena di morte in Indiana e Vermont. Prima di questa data, 19 Stati della Federazione americana ammettevano le esecuzioni di minori. 22 ne furono giustiziati dal 1976, di cui 13 in Texas. 72 detenuti nel braccio della morte hanno evitato la morte grazie alla dichiarazione della Corte Suprema. L’ultimo minorenne è stato giustiziato nel 2003, in Oklahoma. Nonostante la legge cinese non preveda la pena di morte per coloro che al momento del reato sono minorenni, esistono casi di esecuzioni avvenute per negligenza dei tribunali. Nel 2005, in Arabia Saudita, erano almeno 120 i minorenni detenuti nel braccio della morte. Nel 2004 sono stati giustiziati almeno 5 minorenni in Cina, Iran e Pakistan. Un altro minorenne è stato impiccato in Iran nel gennaio 2005. Secondo la legge iraniana, le femmine con più di nove anni e i maschi con un’età superiore a quindici sono considerati adulti e, quindi, punibili con la pena capitale, anche se le esecuzioni sono solitamente effettuate al compimento dei 18 anni. In Pakistan, nel dicembre 2004, l’Alta Corte di Lahore nella popolosa Punjab, ha abrogato la legge federale che aboliva la pena di morte per i minorenni, rendendo ammissibile effettuare esecuzioni di bambini con più di sette anni. Nelle Filippine, sette minorenni erano ancora detenuti nel braccio della morte nel luglio 2004.

NERI
Negli Stati Uniti, otto condannati minorenni su nove sono neri o ispanici: la maggior parte proviene da ambienti degradati, subisce qualche forma di violenza da bambino o soffre di problemi mentali. Nonostante gli afro-americani costituiscano il 12 per cento della popolazione totale statunitense e sebbene bianchi e neri siano vittime del crimine quasi in ugual misura, dal 1977 ad oggi negli Stati Uniti l’82 per cento dei giustiziati è costituito da neri accusati di aver ucciso persone di pelle bianca.

OPINIONE PUBBLICA
In molti Paesi è spaccata a metà. In alcuni in cui vige la pena capitale, esiste un forte movimento che ne chiede l’abolizione (ad esempio negli Usa, dove il dibattito è sempre molto acceso). In altri in cui non esiste, ci sono movimenti che ne chiedono la reintroduzione nell’ordinamento. I sostenitori la considerano una punizione necessaria per frenare i reati più gravi e per rimediare al deludente funzionamento del sistema carcerario. Gli attivisti che si esprimono contro ne chiedono l’abolizione in nome dei diritti umani, credendo nella possibilità del colpevole di riscattarsi.

PENSATORI CRISTIANI
Gli stessi Sant’Agostino e San Tommaso D’Aquino legittimarono, al tempo, l’uso della pena di morte in base al concetto sulla conservazione del bene comune: quando una persona diviene pericolosa per la comunità, deve essere eliminata per la salvezza della società. Questo principio ha portato lo Stato pontificio a mantenerla nel suo ordinamento fino al secolo scorso, anche se non viene più applicata dal XIX secolo. Oggi la Chiesa cattolica chiede l’abolizione della pena di morte nel mondo.

SEDIA ELETTRICA
Fu introdotta negli Stati Uniti nel 1888 per sostituire l’impiccagione, che gli americani consideravano troppo violenta. A brevi intervalli vengono trasmesse potenti scariche elettriche con un voltaggio che varia da 500 a 2mila volt. La morte è causata da arresto cardiaco e da paralisi respiratoria. La sedia elettrica è stata spesso oggetto di critiche dal momento che provoca al condannato effetti devastanti e visibili: dal vomito di sangue alla perdita di urine e feci e il margine di sopravvivenza, che si aggira intorno ai 10-15 minuti, è ritenuto troppo ampio per evitare terribili sofferenze. La potenza della scarica elettrica varia da stato a stato e dipende dal peso corporeo del condannato. 152 esecuzioni sono avvenute negli Usa dal 1976 con questo sistema. E’ prevista in 10 Stati.

TRATTATI INTERNAZIONALI
New York, 10 dicembre 1948: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama la Dichiarazione universale dei diritti umani. Ogni essere umano gode di vari diritti, tra cui il diritto alla vita, per il semplice motivo di essere al mondo. 16 dicembre 1966: adottato il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. L’art. 6 stabilisce il divieto delle condanne a morte per reati commessi da persone di età inferiore ai 18 anni. 10 dicembre 1984: adottata la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Entra in vigore il 27 giugno 1987. 20 novembre 1989: adottata la Convenzione sui Diritti del Fanciullo. L’art. 37 stabilisce anche in questo caso il divieto della pena capitale e dell’ergastolo per reati commessi da persone di età inferiore ai 18 anni.

USA
Dei 50 Stati federali che compongono gli Stati Uniti D’America, 38 prevedono nel loro ordinamento l’applicazione della pena capitale. Il Texas detiene dal 1976 il primato per maggior numero di esecuzioni capitali e, assieme alla Virginia, effettua il 45 per cento delle esecuzioni. Non applicano la pena di morte: Alaska, Hawaii, Iowa, Maine, Massachusetts, Michigan, Minnesota, North Dakota, Rhode Island, Vermont, West Virginia, Wisconsin e il District of Columbia. Nel 1976 la Corte Suprema decretò una moratoria delle esecuzioni per dieci anni. Le esecuzioni ripresero nel 1986. Da allora le esecuzioni capitali sono state 1.015. Nel 2004 le esecuzioni hanno subito un calo del 40 per cento rispetto al 1999, anno record con 98 esecuzioni effettuate. Le inchieste condotte da Amnesty International (riguardante solo la documentazione alla quale si è potuto accedere) hanno portato alla scoperta di diversi innocenti giustiziati, altri sono stati rilasciati a pochi giorni dall’esecuzione dopo aver passato in carcere anche 20 anni. Solo nel 2003 sono state 12 persone perché riconosciute innocenti. Il Texas spende per ogni essere umano giustiziato 2,3 milioni di dollari, la Florida 3,2 e la California addirittura 6 milioni; una condanna a 40 anni di carcere costa 600mila dollari. Il 20 aprile 2005 anche gli Stati Uniti hanno votato contro la decisione di abolire la pena di morte approvata dalla Commissione Onu per i Diritti Umani.

ZHONGLIN, CHEN
Deputato del Congresso Nazionale del Popolo cinese che nel marzo 2004, sul China Youth Daily, ha dichiarato che ogni anno in Cina vengono condannate a morte circa 10mila persone.