L’ideologia alla base della politica di George W. Bush
“Neocon”…detto così, sembrerebbe quasi il nome di un buon analgesico, della serie -“per il mal d’orecchi prenditi un neocon e vedrai che ti passa”-. E invece questa volta l’esigenza definitoria si è abbattuta su qualcosa che è forse ancor meno divertente del mal d’orecchi “Neocon” sta infatti per “neoconservatives”, termine americano che individua quel fenomeno ideologico che viene spesso – addirittura – identificato con una vera e propria lobby di ebrei guerrafondai: l’immagine più diffusa è quella di un gruppetto, neppure troppo nutrito, di oscuri figuri che, con la scusa di far propaganda al motto “peace through strenght” (pace tramite la forza), avrebbero di fatto monopolizzato la politica estera americana, sfogando qua e là la loro personalissima voglia di guerra. A pensarci bene però, mal d’orecchi a parte, anche la parola stessa desta qualche perplessità dato che appare, almeno a chi scrive, intrinsecamente contraddittoria. Infatti, se si tende a “conservare” qualcosa è ovvio che si tema la “novità”: rinnovamento e conservazione sono concetti che si elidono a vicenda. Parlare dunque di “neoconservatorismo” impone una domanda: ma questi “Neocon” sono nuovi sì, ma rispetto a cosa e a chi?
Perché neo?
Lo sono rispetto agli stessi conservatori ossia a quei “liberals” americani che, a partire dagli anni ’50 e poi negli anni ‘60-’70 hanno agganciato il dissonante prefisso “neo” per diventare….ancor più conservatori: lo hanno fatto per staccarsi dall’ala liberal del partito democratico e prenderne le dovute distanze. A ben vedere però i Neocon non sono né un partito politico, né una lobby in quanto non hanno legami con i gruppi industriali e la loro influenza, in fin dei conti, è molto trasparente. Piuttosto, come da altri è stato efficacemente scritto, “essere Neocon è uno stato d’animo”.
Un fenomeno trasversale
Oggi la loro è una sorta di trasversalità politica. E il paradosso, iniziato con l’etimologia, continua se si pensa che essi – in pratica – sono nati dalla sinistra newyorkese, nonostante si dica che il perfetto neocon sia innanzitutto un anticomunista ma che, forse più semplicemente, potrebbe definirsi come un “ex di sinistra”. I Neocon sono dunque un gruppo di intellettuali e di analisti politici che ormai fanno parte integrante della burocrazia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti: il gruppo – più o meno una trentina di soggetti – comprende la destra nazionalista tradizionale (Dick Cheney e Donald Rumsfeld) e la destra cristiana (Gary Buer e Ralph Reed).
I Neocon nascono dunque negli anni ’50 come movimento revisionista attivo nelle questioni di politica estera e si afferma verso la fine del decennio successivo.
Quali sono le “idee neocon”?
In breve:1) unilateralismo interventista degli USA; 2) idea della missione redentrice degli Stati Uniti; 3) assolutismo morale e idea della preminenza dei cosiddetti “valori americani”; 4) legame tra le sorti di Israele, quale ultimo avamposto della civiltà occidentale in Medio Oriente, e la politica estera americana; 5) indiscutibile sovranità statunitense in tutte le sue espressioni in relazione al’istituzione della Corte Penale Internazionale; 6) disprezzo per l’Europa perché da noi si parla tanto di difesa dei diritti, ma quando si tratta di intervenire e di sporcarsi le mani si muovono solo gli Usa; 7) politica “ostile” nei confronti di paesi antagonisti, in primo luogo la Cina.
Cosa c’entra Leo Strass
Quindi, ricapitolando: sono “nuovi” ma non lo sono, sono pochi ma super influenti: ma cosa vogliono questi Neocon? Va detto come la loro base culturale sia, in ultima analisi, quella del “diritto naturale”, quella dell’idea che sia il più forte a prevalere teorizzata dal vecchio Leo Strauss: dovere unico è dunque soltanto quello di esercitare esclusivamente tale diritto naturale. Per far questo chi governa è legittimato anche a mentire o a rivelare parzialmente delle verità. E ciò in consonanza con quel che diceva anche il nostro simpatico Machiavelli convinto com’era che uno stato si tenga in piedi e resti unito solo se sa di avere davanti a sé un pericolo che lo minaccia: pericolo che, se è necessario, va anche ..inventato. Alla luce di questo substrato ideologico, diventa forse ancora più inquietante ripensare alla storia delle presunte, e ad oggi mai rintracciate, armi di distruzione di massa possedute da Saddam.
Da Reagan a Condoleeza
E’ noto inoltre come Strauss amasse affermare che “il potere è dietro il trono” e che dunque i consiglieri del Re sono più potenti dello stesso Re. Ed è questa l’essenza del modus operandi Neocon.
Forse il Neocon più famoso resta comunque Ronald Reagan. La sua presidenza rappresentò il primo grande successo politico dei neoconservatori americani dopo oltre trent’anni di impegno e di lotta. Oggi la vera eminenza grigia dell’amministrazione di Bush junior è Paul Wolfowitz, ispiratore di tutte le scelte più importanti in politica estera. Condoleeza Rice non si è mai definita una Neocon. Staremo a vedere.