L’ultima minaccia

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“E’ la stampa, bellezza!”. Una delle battute più felici della storia del cinema. Un grande film sul giornalismo. Con Humphrey Bogart

In italiano è intitolato “L’ultima minaccia”, ma l’originario Deadline è molto più evocativo. In inglese vuol dire “scadenza” e nel gergo giornalistico indica il termine di chiusura del giornale che deve andare in stampa. Non è sicuramente un film famosissimo, ma alzi la mano chi non ha mai sentito la battuta: “E’ la stampa, bellezza!”. A pronunciarla nell’ultima scena del film è un Humphrey Bogart 54enne, all’apice della carriera. Siamo infatti nel 1952 e il regista Richard Brooks, uno degli autori più liberal di Hollywodd, affida al grande attore la parte di Ed Hutchinson, direttore del giornale “The day” di New York.

La storia è quanto mai attuale: il “Day” sta per essere venduto alla concorrenza dagli eredi del fondatore. Bogart si oppone con tutte le forze perché è chiaro che il giornale chiuderà. Allo stesso tempo, spinge un suo redattore a indagare su un boss della malavita che una commissione d’inchiesta ha appena assolto. Una curiosità: nella versione originale il gangster si chiama Rienzi ed è originario della Sicilia; nella versione italiana si chiama Rodzich e viene dall’Europa dell’Est. Rienzi prima prova a corrompere Hutchinson e poi lo minaccia. Sempre invano.

Bogart/Hutchinson è un uomo deluso dalla vita, perdutamente innamorato della ex moglie e del proprio mestiere. Quando la sua ex gli annuncia che sta per risposarsi, il mondo sembra crollargli addosso. Ma arriva il colpo di scena: la madre di una ragazza assassinata da Rienzi, consegna ad Hutchinson il diario contenente le prove che incastrano il boss.

E’ la scena più bella del film: l’anziana donna consegna il diario al giornale e non alla polizia, perché è leggendo il “Day” che ha imparato a essere una buona cittadina. È l’esaltazione del valore civile del giornalismo indipendente. Brooks, anche sceneggiatore oltre che regista, si ispira a un fatto realmente accaduto: la chiusura del “New York World” dopo la morte di Joseph Pulitzer.

È l’ultimo giorno di vita del giornale. Che farà Bogart/Hutchinson? Pubblicherà o no il diario sull’ultimo numero del giornale? Assolverà il dovere di cronista o penserà a salvarsi la vita? Se avete capito lo spirito del film, avete già la risposta. Quella battuta: “E’ la stampa, bellezza. E non puoi farci niente!”, è diventata – almeno in Italia – il simbolo del giornalismo inteso come contropotere, come “watchdog”, “cane da guardia”. Curiosamente “Deadline” è meno famoso di altri film sul mondo del giornalismo, come “Prima pagina” o “Tutti gli uomini del presidente”.